martedì 16 Aprile 2024

Il fenomeno dei virtual asset continua a essere oggetto di attenzione a fini di prevenzione del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo. La collaborazione attiva nel comparto è in aumento e la normativa in materia è oggetto di progressivo affinamento. Il trend di segnalazioni di operazioni sospette riconducibili a virtual asset è in progressiva crescita: da appena 566 SOS ricevute nel 2019 si è passati a 3.453 nel 2021, fino a superare 5.000 nel 20221 .

E’ quanto si legge nella newsletter dell’Uif, l’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia. 

Il contributo segnaletico più rilevante si conferma quello fornito dagli intermediari bancari e finanziari, che percepiscono il rischio connesso con tali strumenti, in particolare a causa delle difficoltà di tracciare i relativi flussi. La collaborazione attiva degli operatori in valute virtuali (c.d. Virtual Asset Service Provider) è ancora polarizzata sui principali operatori italiani. L’avvio del censimento dei VASP attivi in Italia, oltre a consentire una maggiore trasparenza nel comparto e una conseguente mitigazione dei relativi rischi, sta favorendo l’ampliamento della platea dei soggetti registrati in RADAR ai fini della segnalazione di operazioni sospette.

I sospetti più ricorrenti concernenti le valute virtuali riguardano l’origine dei fondi utilizzati per l’acquisto delle stesse, spesso correlati a possibili illeciti fiscali, frodi informatiche o episodi di ransomware2 . Sono state rilevate ipotesi di truffe nel trading online e di investimenti eseguiti dalle vittime dei raggiri presso piattaforme estere, spesso non autorizzate, a seguito di contatti telefonici insistenti o tramite l’intermediazione di asseriti consulenti finanziari; l’investimento in virtual asset è sovente offerto applicando basse commissioni, in virtù di presunte partnership con i principali exchanger. Altre casistiche ricorrenti riguardano lo svolgimento dell’attività di exchanger in assenza di adeguate strutture organizzative a tutela dei clienti e il mancato rispetto delle disposizioni in materia di antiriciclaggio.

Alcuni VASP italiani hanno intercettato e segnalato alla UIF flussi finanziari in criptovalute che si inserivano in uno schema volto a frodare il fisco, mediante cessione di finti crediti fiscali derivanti da bonus edilizi, i cui proventi, oltre che prelevati in contanti, venivano impiegati per acquisti di criptovalute e di lingotti d’oro. Le informazioni nella disponibilità degli operatori in valute virtuali offrono nuove prospettive per l’analisi finanziaria; alla tradizionale ricostruzione dei flussi in valuta legale si affiancano le potenzialità derivanti dai sistemi di analisi forense della blockchain che consentono di superare, almeno in parte, i problemi di tracciabilità delle valute virtuali. Ne deriva la possibilità di intercettare fenomeni anche emergenti, per esempio relativi a: forme alternative di investimento direttamente perfezionate in criptovalute e in alcuni casi riconducibili a possibili schemi fraudolenti; strumenti della c.d. Decentralized Finance (DeFI)3 , che pongono nuove sfide in termini di applicazione dei presidi AML/CFT, in particolare sotto il profilo dell’individuazione dei soggetti che concorrono all’erogazione di tali applicazioni.

La qualità delle segnalazioni inerenti al comparto presenta, d’altra parte, margini di miglioramento. In alcuni casi le SOS non risultano tempestive nella rilevazione dei sospetti né complete di tutte le informazioni necessarie per lo sviluppo finanziario e investigativo4 , apparendo essenzialmente cautelative; a volte sono indotte dalla mera rilevazione di notizie pregiudizievoli su fonti aperte o soltanto dalla ricezione di una richiesta di informazioni da parte dell’Autorità giudiziaria o degli Organi investigativi. Non sono rari i casi in cui il sospetto non è adeguatamente circostanziato con riguardo ai profili soggettivi e oggettivi dell’operatività, che il destinatario omette di descrivere nella segnalazione unitamente alle valutazioni compiute. Con il recente avvio del registro degli operatori in valute virtuali da parte dell’OAM5 è ora possibile verificare i soggetti che legittimamente svolgono in Italia l’attività di VASP e tenerne conto nel caso di trasmissione di SOS alla UIF.

Sul piano sovranazionale, è stato chiarito che le misure restrittive e di congelamento adottate dall’Unione europea per contrastare le azioni che compromettono o minacciano l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina riguardano anche l’utilizzo dei crypto-asset6 . Prosegue il confronto promosso dal GAFI nell’ambito del gruppo di contatto cui partecipano gli Stati per l’implementazione degli standard e l’approfondimento di nuovi temi, quali i richiamati strumenti DeFi nonché i Non-Fungible Tokens (NFTs), le transazioni peer-to-peer (P2P) e gli unhosted wallets. Nel contesto dei lavori che condurranno al c.d. AML Package7 , è in via di definizione la proposta di regolamento dedicata al rafforzamento della trasparenza e della tracciabilità dei trasferimenti applicabile anche ai crypto-asset, in coerenza con quanto richiesto dai richiamati standard del GAFI.

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