venerdì 19 Aprile 2024

Il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli è stato intervistato dal Corriere della Sera. Le sue parole: “A che punto sono i consumi? Sono deboli a causa dell’inflazione che riduce il potere d’acquisto. E questo sta rallentando di fatto l’economia. In numeri? Fatti cento i consumi di aprile 2022, l’indice reale delle vendite al dettaglio vale, a dicembre 2022, 98,1. Se poi consideriamo anche i servizi e gli altri beni, la riduzione si fa ancora più ampia e prosegue a gennaio. Poi c’è il Pil che nel quarto trimestre del 2022 è calato dello 0,1%. Insomma, al di là dei decimali, il rallentamento c’è e ci preoccupa. Cosa ci preoccupa? La condizione del Paese resta complessa perché, oltre all’inflazione che non è domata, permangono le tensioni sull’energia e la guerra in Ucraina prosegue. Però  arriviamo al rallentamento attuale in buona salute. Nel biennio 2021-2022, l’Italia ha registrato numeri davvero positivi, che hanno battuto al rialzo tutte le previsioni. Non è stato un semplice rimbalzo post pandemia. Manifattura, servizi e turismo hanno funzionato bene e l’azione dei governi ha sostenuto famiglie ed imprese. In prospettiva che significa? Che abbiamo sufficienti risorse per affrontare una temporanea fase inflazionistica e costruire, a partire dalla seconda metà di quest’anno, nuova crescita. Ma bisogna superare i “nonostante”, cioè quelli che oggi sono gli svantaggi competitivi. Per questo servono buone riforme e buoni investimenti”.

Confcommercio, Sangalli: “Subito la riforma fiscale. No aliquote Irpef, via l’Irap”

Sulle riforme: “Da quale riforma inizierei? Da quella fiscale. È importante che il governo la voglia organica e strutturale. Significa perseguire equità, riduzione della pressione fiscale e avanzamento dell’azione di contrasto e recupero di evasione ed elusione; semplificazione, stabilità e certezza di norme ed adempimenti. La premier Meloni ha preannunciato di voler «rivoluzionare» il rapporto tra fisco e contribuente? Un passaggio storico, a lungo atteso ma molto complesso. Per questo sarebbe necessario un supplemento di ascolto, da parte del governo, delle organizzazioni più rappresentative di imprese e lavoratori. Cosa auspica ora? Per l’Irpef una riduzione delle aliquote e degli scaglioni di reddito, una no tax area senza disparità di trattamento tra redditi da lavoro o da pensione, la conferma del principio di progressività anche attraverso un uso accorto di detrazioni e deduzioni. Irap, Iva? L’Irap andrebbe abolita anche per le imprese costituite in società, introducendo strumenti che favoriscano il reinvestimento degli utili in azienda. E per l’Iva, qualsiasi intervento non dovrebbe comportare un incremento della tassazione indiretta su beni e servizi”.

 

 

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